Un grido di allarme è stato lanciato dai ricercatori che hanno individuato nelle acque marine la presenza di particelle di microplastica, che si stanno sviluppando ad un ritmo notevolissimo. Siamo in presenza di un’isola più grande di tutto il Messico
, almeno otto volte la superficie complessiva dell’Italia, pari a tutto il mar Mediterraneo. Ipotizzata la sua esistenza da tempo, ora, grazie al capitano Charles Moore ed al suo team di ricerca, questa enorme isola, grande ben 2,6 milioni di chilometri, è situata al largo del Cile e del Perù. Questa spedizione scientifica ha raccolto campioni costeggiando l’isola di Pasqua e quella di Robinson Crusoe: non dobbiamo immaginare di trovarci in presenza di bottiglie di plastica o altri contenitori, ma si tratta invece di microelementi grandi quanto un chicco di riso che stanno inquinando e distruggendo lentamente l’ecosistema dell’Oceano, talmente piccoli da rendere difficile la ripulitura. Siamo in presenza di sostanze tossiche e verosimilmente cancerogene che possono entrare nella catena alimentare visto che i filamenti di plastica sono difficilmente distinguibili dal plancton e quindi ingeriti da organismi marini. In altri termini si configura non solo un immane disastro ambientale, ma è la metafora più precisa e terribile del fallimento del nostro sviluppo. In un pianeta che pretendiamo di controllare attraverso scorciatoie di comodo, che non prendono in dovuta considerazione l’impatto delle nostre azioni sull’ambiente circostante che inevitabilmente ci si ripercuote contro. Nel mondo vengono prodotti circa 100 miliardi di chilogrammi all’anno di plastica dei quali circa il 10% finiscono in mare.
Il 70% finirà sui fondali oceanici danneggiandoli. Il resto continua a galleggiare.
Ma quali potrebbero essere le possibili soluzioni per fronteggiare adeguatamente il problema?
L’ Isola del riciclo
Sull’isola in questione verrebbero portati tutti i rifiuti plastici ripescati in mare, non per essere abbandonati, ma per essere riciclati e trasformati in qualcosa di utile, come ad esempio materiale per l’edilizia.
Eco robot mobile
Quest’ultimo consiste in un sistema di filtraggio dell’acqua per ripulirla dalla plastica e da altri rifiuti.
La nave mangia-rifiuti
Questa è probabilmente la soluzione più realistica per un futuro sostenibile. Si tratta di una nave automatizzata e completamente alimentata da energie rinnovabili, che mediante un sofisticato sistema di GPS si sposterebbe nelle aree marine più sporche.
G.d.P.