Secondo l’Istat il tasso di occupazione delle persone con disabilità in Italia è del 19,3%. Ma il dato risale ad alcuni anni fa, infatti secondo l'Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori, che opera in collaborazione con il ministero del Welfare e altri enti pubblici, solo il 13 per cento dei disabili ha trovato un impiego attraverso gli uffici di collocamento.
Gli avviamenti al lavoro nel 2007 sono stati circa 31 mila, le persone disabili iscritte al collocamento sono circa 700 mila. La riforma del Lavoro approvata dal Ministro Fornero (Legge 92/12, art. 4, comma 27) ha apportato alcune modifiche alle modalità di calcolo delle assunzioni obbligatorie di persone disabili, per le aziende.
La legge riconosce il diritto al collocamento mirato dei disabili, ovvero alla congruenza tra capacità e competenze possedute e posto di lavoro. A questo scopo sono stati istituiti servizi per l’impiego mirati che, insieme ai servizi sociali, sanitari, educativi e formativi del territorio redigono e conservano le liste, programmano e attuano interventi specifici e provvedono all’avviamento al lavoro.
La legge istituisce altresì i "comitati tecnici", composti da esperti sociali e medico-legali che valutano le residue capacità lavorative del soggetto e definiscono gli strumenti necessari per il lavoro.
I datori di lavoro che devono adempiere all’obbligo di assunzione presentano richieste che vengono incrociate con le liste di dicoccupati depositate presso i Centri per l’impiego.
Ai disabili assunti si applica il trattamento economico e normativo previsto dalle leggi e dai contratti collettivi. È evidente la centralità del lavoro nella vita dell’uomo e la sua influenza positiva sulla salute.
In particolare attraverso il lavoro l’uomo non soddisfa soltanto i suoi bisogni materiali, ma anche altri più intimi e profondi che lo coinvolgono sia come individuo, sia come essere sociale. Infatti il lavoro è lo strumento attraverso il quale l’uomo, esprimendo ciò che può essere in quello che fa, tende alla soddisfazione del suo massimo bisogno che è quello di autorealizzarsi sia come individuo (bisogni di autostima e stima da parte degli altri), sia come essere sociale (bisogni di appartenenza, di accettazione, di partecipazione attiva allo sviluppo di un progetto comune.
«Ogni giorno molte persone con disabilità continuano a vivere la loro disoccupazione con ansia e con un senso di frustrazione. Per fornire una risposta efficace a un problema così complesso, è utile intervenire sul contesto sociale, costruendo reti di servizi significativi in grado di ridurre le contraddizioni sociali»:
Il diritto al lavoro è un tema particolarmente sensibile in questi ultimi anni. Un argomento di discussione in contesti istituzionali, sui media, nelle piazze virtuali ecc. Ormai è entrato a far parte del nostro quotidiano, come tutte le sciagure che si consumano pubblicamente. E tuttavia ogni giorno molte persone con disabilità continuano a vivere la loro disoccupazione con ansia e con un senso di frustrazione. Ricercano un’occupazione in solitudine con pacchi di curriculum vitae sotto il braccio o con l’aiuto di enti accreditati che hanno la funzione di mediare l’accesso al lavoro in un mondo fatto di doti, di somministrazioni brevi, con tutele minime e riconoscimenti economici risibili.
Possiamo quindi dire che il lavoro è basilare per la salute perché attraverso il lavoro l’uomo cerca di affermare la sua identità e ad esprimere il suo ruolo sociale, aspetti a loro volta determinanti per il raggiungimento ed il mantenimento di uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale.
Questo aspetto dobbiamo tenerlo ben in evidenza nella gestione delle psicopatologie non considerando automaticamente la malattia mentale sinonimo di disabilità anche perché l’efficacia delle attuali terapie permette, in molti casi, di contenere i sintomi e di poter vivere una vita pressoché normale anche dal punto di vista lavorativo al di fuori degli episodi di riacutizzazione, peraltro controllabili, legati all’andamento alternante di questi quadri patologici.
G.d.P