Presso negozi di materiale elettrico e centri commerciali esistono appositi contenitori per lo smaltimento delle pile scariche
. Avendo l’accortezza di gettarli in questi contenitori si rende possibile il recupero dei metalli della pila, perché tornino ad essere utili senza inquinare l’ambiente. Ci sono voluti diversi anni per arrivare ad una regolamentazione a livello europeo che normasse lo smaltimento di batterie e pile e poi finalmente nel 2008, il Parlamento Europeo ha approvato una direttiva volta a garantire l’attuazione in tutta Europa di sistemi per la raccolta di batterie e accumulatori. Ma perché lo smaltimento delle pile e delle batterie è una faccenda così delicata? Ogni anno, circa 800.000 tonnellate di batterie per auto, 190.000 tonnellate di batterie industriali e 160.000 tonnellate di pile portatili (di cui 30% ricaricabili) vengono immesse sul mercato nella UE. Se durante l’utilizzo, non sono particolarmente nocive per l’ambiente o la salute umana, quando le pile si esauriscono il loro contenuto in mercurio, piombo e cadmio comporta dei rischi.
Inoltre, un dettaglio importante: i metalli di una sola pila inquinano 40 litri di acqua per 50 anni. Il mercurio in particolare è pericoloso anche se è presente in quantità minima. Una terza opzione è rappresentata dall’isola ecologica. Oggi le pile sono fatte per avere una durata sempre maggiore. Per evitare di dover buttare le pile troppo presto, è possibile utilizzare batterie ricaricabili. Le batterie che erroneamente vengono scaricate nei rifiuti urbani possono avere gravi effetti sull’ambiente, che includono
- Saturazione delle discariche, con eventuale percolazione nel suolo ed infiltrazione nelle falde di acqua potabile.
- Ingresso in atmosfera dopo l’incenerimento. Alcuni metalli possono essere assorbiti dai tessuti degli organismi, con effetti deleteri sulla loro salute